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    Bastianello, Pasticceria Gelateria Milano, Lombardia

    La Pasticceria Bastianello è un vero e proprio angolo di paradiso dei dolci, dove si incontrano gusto, profumi e colori.
    Situata nel centro di Milano è il posto ideale per fare una pausa dalla routine quotidiana, e dove è possibile gustare una vera poesia di sapori,
    dalla colazione al pranzo passando per l’aperitivo o per una semplice evasione golosa.
    Offre un’ampia scelta di bontà e delizie per il palato,
    meraviglie gastronomiche come torte, pasticcini e paste, e magnifiche opere artistiche di cioccolato su richiesta,
    ma non solo... durante il pranzo si possono gustare anche sfiziosi primi piatti, secondi e contorni ricchi di sapori invitanti.
    Tutto è preparato e servito con rigore da esperti del settore che,
    con grande maestria e professionalità, rendono questo momento delicato, saporito e piacevole, da trascorrere da soli o in compagnia.
    Anche l’aperitivo diventa un momento di eleganza e raffinatezza,
    dove non solo il gusto ma anche l’occhio vuole la sua parte,
    con un buffet variegato di gusti e colori,
    sorseggiando raffinati cocktail e gustando sfiziosi assaggi meticolosamente preparati con ingredienti freschi e di qualità.
    Bastianello propone anche un servizio di catering che da sempre riesce a soddisfare ogni esigenza ed ogni richiesta,
    soprattutto durante i grandi eventi, come matrimoni, cerimonie e cene di gala, ma anche eventi aziendali,
    con la direttrice di catering Terry Mascolo, la cui pazienza, attenzione e cura dei dettagli, sono fondamentali per la riuscita dell'evento.





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    Caratteristiche


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    Dehors


    Locale con dehors.
    Una storica terrazza concede la possibilità di pranzare all'esterno
    regalando una romantica e fresca cornice nelle calde giornate in città.
    E' disponibile per light o business lunch e per pranzi in relax in un ambiente accogliente con un atmosfera suggestiva.


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    People


    Lo staff altamente qualificato di Bastianello, dalla mise sempre impeccabile e curata,
    accoglie la Clientela con professionalità ed attenzione.


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    Press


    • Bastianello
      Circle - Dynamic Luxury Magazine



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    Approfondimenti


    Tra le eccellenze del made in Italy il Panettone occupa senz’altro un posto di rilievo e lo si annovera soprattutto tra le specialità della tradizione milanese. Dal 1950 la pasticceria Bastianello di Via Borgogna 5, a due passi da San Babila, rappresenta una delle insegne dove meglio si tramanda quest’arte dolciaria che tutto il mondo ci invidia. Accanto al panettone classico, che molti prenotano anche con mesi di anticipo, vengono proposte ogni anno delle prelibate varianti. Il mondo della pasticceria è in continua evoluzione e viaggia sui binari paralleli della tradizione e dell’innovazione: tra le creazioni dello chef e mastro pasticcere Nicola Gervasio, conosciuto da tutti come “Il Maestro” si segnala per esempio il panettone con marron glacé e pinoli tostati e pralinati. Particolarmente apprezzato è il torrone della nonna Pierina, una sorta di anello di congiunzione tra quelli friabili e le meringhe: si tratta di una ricetta a base di torrone fragrante che viene farcito con mandorle e miele e la cui cottura viene fatta ad una temperatura bassissima per 26 ore. Bastianello non a caso si è guadagnata negli anni l’appellativo di “atelier del gusto” grazie alla sua creatività ed alla formalità. I golosi amano collegare la nascita del panettone ad alcune leggende ambientate nella Milano di fine '400.
    Una prima narra di Ughetto, figlio del condottiero Degli Atellani, che per far colpo sulla bella e giovane Adalgisa figlia del pasticcere Toni, commissionò al padre di lei uno speciale pane arricchito. Il dolce fatto di burro, uova, zucchero, cedro e aranci canditi ottenne il risultato sperato, e così molti nobili iniziarono a regalare il "pan del Toni" alle proprie innamorate.
    La seconda leggenda assegna la nascita del panettone ai cuochi della corte del duca Ludovico Sforza, che per festeggiare degnamente il Natale prepararono un pane a cupola contenente acini d'uva. Per una disattenzione di Toni, l'addetto al forno, l'impasto si bruciò nella parte esterna, formando così una spessa crosta. Il dolce venne molto apprezzato dai cortigiani che lo chiamarono il "pan del Toni" per evidenziarne la peculiarità.
    Uno degli artefici del panettone moderno è stato Paolo Biffi, che curò un enorme dolce per Pio IX al quale lo spedì con una carrozza speciale nel 1847. Golosi del pant del ton sono stati molti personaggi storici: dal Manzoni al principe austriaco Metternich, quest'ultimo parlando delle "cinque giornate" disse dei milanesi: “Sono buoni come i panatoni".
    Nascita e sviluppò della forma e della confezione attuale del panettone sono databili alla prima metà del '900, quando Angelo Motta propose il cupolone e il "pirottino" di carta da forno, quasi a celebrare la cresciata e l'importanza del preparato.

    Da sempre Bastianello segue la tradizione della Vecchia Milano per quanto riguarda l’Aperitivo, con classe e gusto propone cocktail classici ma anche reinterpretazioni originali, da parte dello storico staff di barmen, come la "Caipiruva" a base di uva fragola e cachaca, e “l’Oystertini”, una particolare versione di Martini realizzata con Gin Mare spagnolo, Vermouth Dolin, un ostrica e una fresca scorza di limone flambata in superficie. Punto forte di questo caratteristico momento milanese riguarda le bollicine, che accompagnano con eleganza piatti di assaggi prelibati e degustazioni di crudité di mare, che bene si sposano con i millesimati della Franciacorta.
    La prima testimonianza di un territorio con un toponimo simile all'attuale Franciacorta, Franzacurta, si trova negli Statuta Communis Civitatis Brixiae, del 1277, contenuti all'interno del codice Queriniano. Il termine era attribuito ad una zona comprendente i comuni di Urago (ora Urago Mella, Frazione di Brescia), Rodengo , Ronco e Sale (ora frazioni del comune di Gussago) e lo stesso Gussago. Essi vengono citati in quanto ingiunti a pagare un contributo per la costruzione di un ponte sul fiume Mella. Non si conoscono altre evidenze oggettive sull'esistenza di una Franciacorta comprendente altri territori.
    La caratteristica fondamentale del Franciacorta è che l'unico metodo ammesso per la presa di spuma è quello tradizionale ovvero la rifermentazione in bottiglia (quella utilizzata da 3 secoli in Champagne), detto anche metodo classico. Inoltre, è stata la prima DOCG in Italia esclusivamente dedicata al metodo classico.

    Bastianello è un locale storico dal 1950, famoso anche per la produzione artigianale di gelato, elemento prezioso della tradizione italiana.
    Tuttavia non è facile attribuire una “paternità” al gelato. Alcuni la fanno risalire addirittura alla Bibbia: Isacco, offrendo ad Abramo latte di capra misto a neve, avrebbe inventato il primo “mangia e bevi” della storia. Altri, invece, la affidano agli antichi Romani che si distinsero ben presto grazie alle loro “nivatae potiones”, veri e propri dessert freddi.
    Bisogna però aspettare il Cinquecento per assistere al trionfo di questo alimento. In particolare, è Firenze a rivendicare l’invenzione del gelato ‘moderno’, che per primo utilizza il latte, la panna e le uova. Golosa innovazione che si deve all’architetto Bernardo Buontalenti. Altro grande epigono del gelato fu anche un gentiluomo palermitano, Francesco Procopio dei Coltelli che, trasferitosi a Parigi alla corte del Re Sole, aprì il primo caffè-gelateria della storia, il tuttora famosissimo caffè Procope.
    Ma la storia moderna di questo goloso alimento comincia ufficialmente quando l’italiano Filippo Lenzi, alla fine del XVIII secolo, aprì la prima gelateria in terra americana. Il gelato si diffuse a tal punto da stimolare una nuova invenzione: la sorbettiera a manovella, brevettata nel XIX secolo da William Le Young.
    Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte nasce in Italia nel 1948. Subito dopo, negli anni 50, arriva il primo cono con cialda industriale il mitico Cornetto. Gli anni 70 e la diffusione del frezeer domestico battezzano invece il primo secchiello formato famiglia, il Barattolino.

    I primi agricoltori che cominciarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C. Successivamente ai Maya anche gli aztechi iniziarono la coltura del cacao, e in seguito la produzione di cioccolata; associavano il cioccolato a Xochiquetzal, la dea della fertilità. Con valore mistico e religioso, il cacao veniva consumato dall’élite durante le cerimonie importanti, offerto insieme all’incenso come sacrificio alle divinità e a volte mischiato al sangue degli stessi sacerdoti. Oltre ad un impiego liturgico e cerimoniale, nelle Americhe il cioccolato veniva consumato come bevanda, chiamata xocoatl, spesso aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe. Tale bevanda era ottenuta a caldo o a freddo con l’aggiunta di acqua e eventuali altri componenti addensanti o nutrienti, quali farine e minerali. Il xocoatl aveva l’effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina in esso contenuta. Esso era un articolo di lusso in tutta l’America centrale pre-colombiana; i semi di cacao erano usati come moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura: nel tesoro dell’imperatore Motecuhzoma (più noto con il nome storpiato di Montezuma) se ne poterono trovare quasi un miliardo. Si dice che quello del xocoatl fosse un gusto squisito Nel 1200 ha inizio la dominazione Azteca sui Maya, il cacao continua a venire utilizzato come bevanda, anche dall’imperatore Montezuma, e inizia a venire aromatizzata con la vaniglia.

    L’esportazione in Europa
    Nel 1500 Cristoforo Colombo prima, e Cortes poi, scoprono nelle Americhe la pianta del cacao e ne portano per la prima volta i semi in Europa. Solo con Hernàn Cortéz si ha l’introduzione del cacao in Europa in maniera più diffusa, era il 1519. Per tutto il Cinquecento il cioccolato rimane un’esclusiva della Spagna, che ne incrementa le coltivazioni.
    Nel corso del 1600 il cioccolato divenne un lusso diffuso tra i nobili d’Europa e gli Olandesi, abili navigatori, ne strappano agli spagnoli il controllo mondiale e il predominio commerciale. Nella Venezia del Settecento nascevano le prime “botteghe del caffè” antesignani dei nostri bar; esse erano, certamente, anche “botteghe della cioccolata” e facevano a gara per modificare la ricetta esistente inventando nuove versioni.Fino a tutto il XVIII secolo il cioccolato viene considerato la bevanda virtuosa con proprietà miracolose. Il Brasile, la Martinica e le Filippine aumentano in modo spropositato la coltivazione di cacao; contemporaneamente molte città europee si pregiano della fama per la lavorazione del cioccolato.

    Il cioccolato – oggi
    Oggi, il cioccolato come lo troviamo in commercio è il risultato di esperimenti di produzione riusciti con successo sul seme del cacao e la miscelazione con altri ingredienti: la frutta secca, i canditi, altri aromi; resi possibili grazie alla larga diffusione tra il pubblico di questo prodotto dai primi dell’ottocento. Il cioccolato è passione, esperienza sensoriale a 360° dall’olfatto al gusto, dalla vista al tatto. La sua consistenza può essere morbida o dura, lucente o opaca; il suo gusto, dolce oppure amaro.
    Il fondente è il più pregiato tra i prodotti e si riconosce per il suo inconfondibile gusto dolce che lascia una nota di amaro in bocca un’esperienza da provare e riprovare ancora.



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